14 Febbraio - Risiera di San Sabba
Il terzo giorno, ovvero il 14 febbraio, ci siamo recati qualche chilometro fuori Trieste per andare a visitare la Risiera di San Sabba, l’unico campo di concentramento e sterminio nazista presente in Italia.
Appena scesi dal pullman ci ha molto colpito questa struttura: apparentemente non si vedeva nulla, solamente alcuni grossi muri in cemento armato, ma avvicinandoci meglio verso l’ingresso il tutto prendeva forma. L’ingresso era costituito da un corridoio lungo e stretto con pareti di cemento alte circa 20 metri.
La risiera di San Sabba fu inizialmente, dal 1898, uno stabilimento per la lavorazione del riso. Successivamente all'annessione di Trieste all'Italia, dopo la grande guerra, la risiera ebbe una Grossa crisi non potendo competere con le Grandi risaie piemontesi, quindi i proprietari decisero di affittare la fabbrica all'esercito che la usava come magazzino militare. Dopo il 1940 venne trasformata in una caserma militare.
In seguito all’8 Settembre del 1943, diventò un campo di prigionia nazista per i militari italiani catturati dopo il crollo del fascismo, e subito dopo destinato fu destinato allo smistamento dei deportati diretti in Germania ed in Polonia ma divenne anche un campo di eliminazione di antifascisti e partigiani italiani, sloveni, croati. Nell’inverno del 1944 venne anche messo in funzione un forno crematorio per smaltire i corpi delle persone uccise all’interno del campo con impiccaggioni, fucilazioni, gassazione in camion.
Secondo alcuni calcoli fatti in base alle testimonianze sono circa 3000 le persone che sono state uccise nella risiera ed in numero maggiore sono stati i prigionieri e i rastrellati passati dalla risiera di cui però non conosciamo i numeri poiché non sono stati trovati i registri.
Nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, il forno crematorio e la ciminiera furono distrutti dai nazisti prima dell'abbandono.
La risiera nei giorni d'oggi non si presenta con la struttura originale ma è opera del risultato di una profonda ristrutturazione avvenuta nel 1975 ad opera dell’architetto triestino Romano Boico. Lo stesso Boico disse che “si era proposto di togliere e recintare più che di aggiungere”. Infatti furono eliminati gli edifici in rovina e sul perimetro sono stati innalzati dei grossi muri in cemento armato per far capire che chi era dentro al campo non aveva la minima idea di cosa succedesse fuori e chi era fuori non sapeva cosa succedesse all'interno. Nel cortile in mezzo al piazzale é stata costruita una lastra metallica dove si trovava l’edificio che era destinato alle eliminazioni, lastra che riflette l’impronta del forno crematorio, del canale del fumo e della base del camino. Nell'edificio sono presenti diverse stanze come quella delle “torture”, dove venivano torturati gli internati; una sala con 17 piccolissime “celle” ciascuna delle quali conteneva fino a sei prigionieri; un'enorme sala oggi chiamata “sala delle croci” e che originalmente era composta tre ambienti distinti, il piano terra destinato come deposito e magazzino e gli altri due piani superiori venivano racchiusi ed ammucchiati ebrei e prigionieri politici destinati alla deportazioni. Infine nel piano terra e nell’ultimo piano della risiera é presente una mostra dove viene illustrata la Sua storia.
Proprio nell’ultimo piano ci ha accolto la storica e ricercatrice Dunja Nanut che ha ricostruito in maniera molto approfondita il processo ai responsabili nazisti del campo, processo che si è svolto a Trieste dal febbraio all’aprile 1976 e che è stato iniziato in seguito ad una richiesta della Germania che era sulle tracce dei gerarchi nazisti alcuni dei quali avevano operato proprio a Trieste. Gli imputati per aver soppresso un imprecisato numero di persone furono due ufficiali nazisti: August Dietrich Allers (deceduto prima di essere condannato) e Josef Oberhauser condannato all’ergastolo ma che non ha mai scontato la pena ed ha continuato a vendere birra a Monaco in quanto le autorità tedesche non erano tenute a consegnarlo a quelle italiane in base ad un accordo bilaterale del 1942. Non fu comunque un processo inutile poiché ha consentito di fr portare alla luce ciò che avvenne tra il 1943 e il 1945 in Risiera.