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16 Febbraio - Carpi

Dopo aver visitato il Campo di Fossoli ci siamo recati a Carpi.

Noi ci aspettavamo un piccolo centro, ma in realtà siamo rimasti impressionati dall’imponente Piazza dei Martiri, la terza più grande d'Italia, con le 52 arcate del portico lungo, che misura ben 212 metri. Sulla piazza si affaccia il Palazzo dei Pio, sede del Museo Monumento al Deportato.

La nascita del Muso risale al 1955, quando all’interno del Palazzo dei Pio viene allestitala prima mostra in Italia dedicata alla deportazione: la Mostra nazionale dei lager nazisti. Da quell’esperienza nasce la volontà di realizzare a Carpi un Muso permanente di ricordo della deportazione.

Nel 1963 viene indetto un concorso per la progettazione del Museo e risulta vincitore lo studio milanese di architettura BBPR, dai nomi degli architetti Belgioioso, Banfi, Peressutti e Rogers. Da sottolineare che nel 1944 Banfi e Belgiojoso furono arrestati e deportati a Mauthausen, dove Banfi morì, mentre Rogers essendo ebreo fu costretto nel 1939 ed emigrare in Svizzera. Partecipare al concorso coinvolgeva il gruppo a livello tanto personale, quanto professionale.

Il Museo, posto in una vasta area al piano terra del Palazzo dei Pio,  si sviluppa in tredici sale caratterizzate da un’architettura sobria ed essenziale con pareti intonacate di grigio, su cui sono incise, in colore rosso, frasi di prigionieri tratte dalle Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea. In alcune sale sono incisi dei graffiti con disegni realizzati sul tema della deportazione da grandi pittori quali Longoni, Picasso, Guttuso, Cagli e Léger.

In ogni sala è presente almeno una teca sprofondata nel pavimento a ricordare i morti nei campi di concentramento, teche che contengono pochi ma significativi reperti quali oggetti, fotografie, scritti…

Nel cortile esterno, sono state collocate sedici stele in cemento armato, alte sei metri, sulle quali sono incisi i nomi dei campi di concentramento e sterminio dell’Europa. Sulle stele, che occupano in apparente disordine lo spazio del cortile, crescono rose rosse rampicanti, simbolo del sangue versato nei campi di sterminio durante la Seconda guerra mondiale.

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