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16 Febbraio - Fossoli

Il 16 febbraio, nel viaggio di ritorno ci siamo fermati al Sito Storico del Campo di Fossoli. La guida ci ha subito detto che il Campo che vediamo oggi è il risultato di una serie di interventi, di storie, di scopi diversi a cui è servito nel tempo. In origine era composto da due parti: il Campo vecchio e il Campo nuovo. Ad oggi sono visibili solo le strutture del Campo nuovo.

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Periodo bellico (1942-1947)

Il Campo nasce nel Maggio del 1942 ad opera del Regio Esercito Italiano ed opera fino all’8 settembre 1943 come Campo per prigionieri di guerra inglesi, sudafricani e neozelandesi catturati nelle operazioni di guerra in Africa settentrionale ed è costituto inizialmente da tende poi da baracche.

Dal dicembre del 1943 all’agosto del 1944  la Repubblica Sociale Italiana e le autorità tedesche lo destinano a Campo di polizia e di internamento per prigionieri politici e Campo di concentramento e di transito per ebrei con destinazione i campo di sterminio tra cui Auschwitz.  Le due zone del campo erano fisicamente divise da alte inferriate poiché gli oppositori erano molto più pericolosi e continuavano a combattere anche dall’interno del campo organizzando la Resistenza.

Nell’agosto del 1944, a causa dell’avvicinarsi del fronte degli alleati, il comando tedesco trasferisce il campo di transito più a nord vicino a Bolzano. I criminali comuni vengono spostati in carceri ed il Campo rimane come Centro di raccolta di manodopera di manodopera da inviare in Germania.

Dopo la liberazione, nel 1945 il Campo fu nuovamente riadattato come campo di concentramento per prigionieri, militari che avevano combattuto al servizio dello sconfitto regime o civili collaboratori dello sconfitto regime. Dal febbraio del 1946 ci vengono inviati anche gli “stranieri indesiderabili”. Questa  categoria, molto varia, è costituita da stranieri che hanno commesso reati amministrativi o che hanno cercato di varcare  clandestinamente i confini, donne che hanno seguito gli eserciti, criminali di guerra, collaborazionisti, ma anche  ebrei reduci dai lager e partigiani che sono stati trovati senza

documenti. Questi “stranieri indesiderabili”, considerati “pericolosi”, vengono inviati nei “Centri di

raccolta” che per le loro caratteristiche e per le funzioni che avevano assolto durante la guerra, sono

più simili a dei campi di concentramento. Dal marzo del 1946 c’è un massiccio arrivo di stranieri e Fossoli fu rinominato “Centro raccolta profughi stranieri”. Le condizioni di vita era pessima, il livello di violenza alto, quindi il Ministero decide di smistare la popolazione internata in altri centri e il centro chiude nel 1947. 

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Nomadelfia 1947-1954

Nel maggio del 1947 il campo venne  pacificamente occupato da don Zeno Santini per alloggiarvi orfani della guerra e giovani difficili. Il campo venne rinominato Città di Nomadelfia e subì ad opera degli stessi abitanti una profonda trasformazione: il muro di recinzione venne demolito, le torrette ed i fili spinati rimossi, le baracche furono divise in alloggi e destinate alle famiglie, furono piantati gli alberi che erano stati completamente abbattuti dai nazisti. Nel 1952 la comunità si trasferisce nel grossetano, dove si trova ancora oggi, ed il campo si svuota.

 

Villaggio San Marco 1954-1970

Nel 1954 il Trattato di Londra stabilisce il passaggio dell’Istria alla Jugoslavia. L’Opera Assistenza Profughi Giuliano-Dalmati prende in affitto il Campo di Fossoli, ormai vuoto, per alloggiarvi i profughi italiani provenienti dai territori jugoslavi. Nasce quindi il Villaggio San Marco.

La guida ci racconta che all’inizio l’integrazione con la comunità locale è stata difficile anche perché le condizioni economiche erano disastrose per tutti e i profughi venivano etichettati come fascisti. Lentamente inizia un processo di integrazione e gli abitanti dei paesi intorno al campo, mandano i figli alle scuole del Villaggio San Marco. Le ultime famiglie usciranno dal campo nel 1970.

 

 

Il Campo di Fossoli rimane abbandonato fino al 1984 quando la proprietà viene trasferita al Comune di Carpi perché sia destinato a diventar un Museo-Monumento nazionale. Sull'area del campo sono tuttora presenti le baracche dei prigionieri, anche se alcune in pessime condizioni. Una di queste è stata recuperata e inaugurata il 25 gennaio 2004, in occasione delle iniziative della Giornata della Memoria. Attualmente è utilizzata per scopi culturali e didattici.

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